Migliore accesso al credito da parte delle imprese, un fisco più semplice e una maggiore affidabilità dei bilanci degli enti pubblici. Tre macro-temi che sono fondamentali per costruire il futuro del paese e sui quali i commercialisti vogliono giocare un ruolo di primo piano. A ribadirlo è Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, intervenuto ieri all’apertura del congresso mondiale di Roma.
Sul fronte del fisco, Longobardi condivide il percorso di semplificazioni intrapreso dal governo e dall’Agenzia delle entrate. «Siamo quindi favorevoli anche all’invio del 730 precompilato», spiega il presidente del Cndcec, «però ci pare giusto sottolineare che nei primi anni saremo in una fase sperimentale di applicazione e l’idea che dall’aprile 2015 i contribuenti italiani riceveranno via mail una dichiarazione che non necessiterà di aggiunte da parte loro è un po’ troppo ottimistica.
Le dichiarazioni da integrare saranno nel primo anno oltre il 70% del totale».
Ma l’impegno della categoria non riguarda solo il fisco. Un filone di sviluppo della professione di commercialista sta nell’accountability degli enti pubblici. L’obiettivo è rendere i bilanci della p.a. più affidabili, trasparenti e comprensibili. «Come professione con specifica expertise contabile e in materia di organizzazione e gestione, siamo doverosamente chiamati a dare il nostro contributo anche su queste questioni», aggiunge Longobardi.
Davanti agli oltre 4 mila delegati intervenuti da tutto il mondo, il presidente del Cndcec ha quindi auspicato una nuova percezione del ruolo sociale rivestito dalla categoria. «Abbiamo competenze interdisciplinari, siamo mediatori nei processi di integrazione economica e finanziaria, generiamo valore sociale, anche attraverso l’impegno per la legalità», conclude Longobardi, «questo ruolo deve essere valorizzato».
La sfida sarà «saperlo trasmettere ad altri attori del sistema economico e ai giovani, oggi studenti, domani professionisti».
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